giovedì 8 ottobre 2015

Sunny with a chance of... poetry (Piovono Poesie)

In onore del #nationalpoetryday qui in Regno Unito, c'è qualche pensiero che mi sento di condividere.

Esattamente un anno fa, mi trovavo in ritiro nella città di Valparaíso, Cile, a scrivere. Mi alzavo, scrivevo, mangiavo una empanada, salivo e scendevo scalini, scrivevo, scrivevo, cercavo di accendere la bombola per riscaldare il monolocale dove stavo, e avevo ancora la penna in mano.

Valparaíso mi ha lasciato i ricordi dei quali andavo in cerca da quando viaggiavo in treno con Chema a Milano, dopo il laboratorio di teatro, per andare a imbucarmi in Bocconi al seminario di Stefano Benni. (Si parla del 2007, l'annus mirabilis della mia giovinezza.)

E' anche stato un po' il preludio alla conclusione, la salita (quasi letterale) che ha portato all'Isola di Pasqua e al mio ritorno a casa. 

Lungo la strada ho incontrato diversi personaggi, ma quelli che sicuramente hanno lasciato il segno più profondo sono due dei quattro membri del collettivo Casagrande, Julio Carrasco e Santiago Barcaza. I quattro Casagrande mi hanno ispirato con i loro interventi poetici, uno più matto dell'altro, e non potevo che sperare che un giorno anch'io avrei assistito a uno di questi eventi.

Di certo non avrei mai immaginato che ne avrei addirittura preso parte.

Il 26 settembre 2015, poco prima del tramonto, un elicottero si librava su Piazza del Duomo, davanti agli occhi di una marea di persone, chi più e chi meno ignare di quanto stava per accadere.

Il 26 settembre 2015, poco prima del tramonto, Cristóbal Bianchi e Julio Carrasco, del collettivo Casagrande, hanno rovesciato 140.000 segnalibri sulla piazza, mentre Santiago Barcaza e Joaquín Prieto si confondevano nella foresta di braccia distese al cielo.

Il 26 settembre 2015, 140.000 poesie di una sessantina di autori cileni e italiani sono state raccolte dalle mani di chiunque si trovasse per caso all'ombra del Duomo e nei dintorni. E in mano a un bambino sulle spalle di un papà, o tra le rotaie del tram, ai piedi di Vittorio Emanuele II, e perfino in testa a colui che una vita fa è stato il mio migliore amico, ci sono finita pure io.

Con dei versi che appartengono a una raccolta nata per caso, Tace la pietra, scritta di getto una mattina che ho passato al Cimitero Monumentale di Milano insieme a un amico fotografo. Una poesia scelta per caso, da Julio in persona, e mi sta bene così.

Dove guardano gli angeli
è lì dove finisce
ogni primo bacio,
ogni fiocco di neve.

Condannati a rivivere
le felicità della loro vita
Dio voleva farli beati
muoiono di nostalgia.


(foto di Carlo di Pasquale, dal post della Repubblica)


(foto di Eva Christina Sommeregger)


(foto di Eva Christina Sommeregger)