lunedì 25 novembre 2013

Tra un mese è Natale! Tra un mese è Natale!!!! Tra un mese è Natale?!?!?

Se ieri è stata una giornata cazzeggio, dovuta più che altro al fatto che sabato ho passato 10+ ore in biblioteca a iniziare il saggio dantesco (per la cronaca: pensavo facesse acqua da tutte le parti... ma dopo aver letto tipo un miliardo di articoli potrei aver trovato la strada giusta), oggi è stata una giornata di shopping prenatalizio hardcore. (Dopo il lavoro, si intende.)

Sono tornata a casa e sono collassata per 4 ore, e ho pensato che fosse cosa buona e giusta aggiornare questo blog un po' impolverato.

Qualche novità, come al solito in ordine sparsissimo.

Sono andata al cinema a vedere l'episodio che celebra il 50esimo del Dr Who.

Dopo i primi 5 minuti:


Alla fine del film:


E ho detto tutto. Matt Smith e David Tennant nello stesso film... Wow. John Hurt... Strawow.

Detto ciò, due parole sul saggio dantesco. Sono estremamente tentata di inserire nel saggio un dettaglio essenziale che però farebbe di me la firmataria della mia condanna a morte.
Dilemma: dire o non dire che non credo nella sostanziale differenza cognitiva tra similitudine e metafora, come sostiene Jean e la maggior parte dei cognitivisti? Ah, è dura. Anna, una mia compagna di corso, mi ha detto "scrivi il saggio che vuoi scrivere". Il mio cervello non la pensa così.

D'altra parte, non è che la linguistica cognitiva abbia le idee molto chiare sulle cosiddette metafore "vive" (in opposizione a "morte", ovvero le catacresi tipo gamba del tavolo, aguzzare gli occhi) e il dibattito è aperto e abbastanza acceso. Non è di vitale importanza che io mi schieri da una parte o dall'altra, ma se non lo faccio non posso inserire le similitudini nel mio studio traduttologico. E rinunciare alle similitudini dantesche perché sarebbe fare di tutto l'erba un fascio (secondo Jean e i cognitivisti) mi sembra proprio un peccato.

Quante 'l villan ch'al poggio si riposa, 
nel tempo che colui che 'l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa,
come la mosca cede a la zanzara,
vede lucciole giù per la vallea,
forse colà dov'è vendemmia e ara:
di tante fiamme tutta risplendea
l'ottava bolgia, sì com'io m'accorsi
tosto che fui là 've 'l fondo parea
. (Inf. XXVI, 25-33)

Qualche notizia invece del lavoro.
Dunque, venerdì Lush ha sostenuto una campagna per finanziare l'associazione Action For Greyhounds, che si occupa dei levrieri che in UK vengono sfruttati nelle corse e poi soppressi quando troppo vecchi per competere. Visto che Lush è così attenta ai diritti degli animali, è stato allestito un angolo del negozio dedicato alla raccolta fondi, e Wilfred è stato con noi tutto il giorno a tenerci compagnia, annusarci, e sonnecchiare beato nel suo angoletto.

Eccolo:

Wilfred è l'animale più aggraziato che abbia mai visto (c'è da dire che non ho visto poi così tanti animali da vicino... giusto i gabbiani di Hitchcock fuori dalla mia finestra), e sono contenta che sia rimasto con noi. Ovviamente, ogni ora veniva portato a passeggio per sgranchirsi le zampe e prendere una bella boccata d'aria fresca (non oso pensare a quanto sia fastidioso il profumo di Lush per il fiuto canino!).

Quello stesso giorno è venuto in negozio un rappresentante di un'associazione per chiedere a noi singoli impiegati se volevamo destinare parte del nostro stipendio a sostenere qualche attività di beneficenza (che si scrive senza I, ricordiamocelo). Uno dei miei colleghi (giusto un po' misantropo) ha subito alzato gli occhi al cielo e detto di no, senza neanche stare a sentire che cosa il rappresentante avesse da dirci (ci ha preso a colloquio a uno a uno). Anch'io ammetto di aver pensato "oddio, a malapena riesco a far la spesa, chissà quanto ci chiede" (pochi giorni prima dello stipendio, quando dei soldi del mese scorso non è rimasta neanche la polvere), poi sono andata a parlargli mi ha fatto vedere una lista (lunghissima!) di associazioni e mi ha detto che il contributo medio era di 2-5 sterline al mese. Gli sono scoppiata a ridere in faccia, più che altro perché per mezzora di colloquio quell'omino non aveva fatto altro che profondersi in rassicurazioni del tipo "non ti preoccupare se non vuoi partecipare", "capiamo che i tempi sono davvero duri", "nessuno ti giudica se decidi di non dare niente" e ovviamente gli ho detto subito di sì. Davvero non sapevo come fare a scegliere un'associazione (gli impiegati Lush di solito scelgono qualcosa per i diritti degli animali, ma tra le associazioni c'era di tutto: sostegno per i malati di qualsiasi malattia, per i senzatetto, Croce Rossa Internazionale, Amnesty, Emergency...), così gli ho chiesto quali erano quelle meno sponsorizzate e mi ha fatto vedere una lista più corta (una ventina). Alla fine ho scelto un'associazione che sostiene il microcredito in alcune nazioni dell'Africa. Prima di andare via, ho pensato che già che c'ero potevo fargli fare un altro modulo (due progetti, 10£ al mese), e ho optato per un'associazione che si occupa degli anziani (ho pensato a voi, mamma e papà!).

Del lavoro in generale posso dire che va bene, benissimo, finché non mi capitano delle sciocchezze che mi rovinano la giornata (perché son scema io che me la prendo troppo). Oggi ho visto una signora che stava guardando i regali e, da brava commessa, sono andata a chiederle se cercava un regalo di compleanno o di Natale (perché li teniamo in due posti diversi). La sua risposta:
- Non mi stressare! Faccio da sola, vattene via!

Sono impallidita. Dopo un veloce "I'm so sorry", sono fuggita dietro la cassa come un cerbiatto impaurito e son rimasta lì a tremare aspettando che quella stronza venisse a pagare qualsiasi cosa avesse deciso di comprare. Il negozio era vuoto, e quella se n'è stata lì un buon quarto d'ora, infatti dopo Tom (un collega) si è accorto di lei e non ho fatto in tempo a fermarlo prima che le si avvicinasse per chiedere se aveva bisogno di aiuto. Non ho colto la risposta che lei gli ha dato, ma se n'è andata via tutta arrabbiata col fumo che le usciva dalle orecchie.

Poi ha anche avuto il coraggio di tornare tre ore dopo, ripiazzarsi davanti ai regali e starsene lì. Non avendola riconosciuta, mi sono avvicinata a lei, ma prima che potessi chiederle qualsiasi cosa l'ho vista alzare lo sguardo con occhi di fuoco. Al che ho detto "Ah, è lei" e me ne sono andata. Eccheccazzo.

E' vero che alla Lush di Paderno la politica che gestiva le relazioni commessa-cliente rasentava lo stalking (io stessa spesso mi rifiutavo di eseguire gli ordini - perché di ordini si trattava - perché mi rendevo conto di quanto potevamo essere irritanti), ma qui a Norwich la politica è molto più semplice e customer-friendly: vai lì, chiedi se puoi aiutare, se no te ne vai. Niente asfissie, tanto i clienti alla fine comprano lo stesso. E se non lo fanno, avranno comunque un ricordo positivo dell'esperienza. Per questo la reazione di quella megera non ha giustificazioni, quindi le diagnostico una bella forma di sociopatia acuta da curarsi con una dose massiccia di Snickers (sponsorizzo la campagna di sensibilizzazione della Snickers: "Non sei in te quando hai fame", anglofoni http://www.youtube.com/watch?v=vW6ZXHWvaGc).

Altre novità... mhm... il 22-23-24 vado a Londra e sono contentissimaaaaaaaaaa!!!! Non vedo l'ora di godermi la capitale addobbata a festa, con le canzoni dei Coldplay che risuonano per le strade, e buoni sentimenti che nevicano sulle nostre teste (sì, la mia idea di Londra in periodo natalizio è giusto un po' esasperata).

Finisce qui il bollettino, e visto che ovviamente non ho sonno, direi che ora posso andare a iniziare il laboratorio elfico di preparazione regali.

Come al solito saluti e baci a tutti voi!

Geronimo!



1 commento:

  1. Che belle iniziative che fa la Lush..non pensavo. Comunque quando hai bisogno dimmelo che metto le mani al cielo e ti passo l'energia, però ogni tanto facciamo cambio perchè non è che faccia le cose gratis io eh...che cazzo.

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