giovedì 10 ottobre 2013

Nel mezzo del cammin di nostra vita... mi ritrovai al binario 9 e 3/4, in attesa di un treno per Hogwarts

Gentili telespettatori,
c'è così tanto da dire sulla giornata di ieri e di oggi! Già mi scuso per quanto sarò prolissa, però, what the hell, questo blog sarà il ricordo più dettagliato che avrò mai della UEA, quindi chissene. :)

Dunque, essendo noi giunti alla terza settimana ci è stato richiesto di andare a colloquio con Jean, il supercapo, per iniziare a parlare dei famosi essay che dobbiamo consegnare entro la prima settimana di dicembre. Questi sono la dimostrazione che stiamo lavorando e che stiamo lavorando bene, sono l'unico metodo che i professori hanno per valutarci e che noi abbiamo per dimostrare chi siamo e che posizione occupiamo nel campo della traduzione, teorica e non.

Questi due essay rientrano l'uno nel campo della "stilistica" (non sono sicura che stylistics si traduca così in italiano... be' l'importante è che la Biondi non legga le mie castronerie glottologiche) e l'altro nella "teoria della traduzione" o "traduttologia" come gli accademici italiani amano chiamarla (bleh).

In breve: stilistica è tutto ciò che è voce, stile, registro, figure retoriche, iconicità, ambiguità... 
Teoria è invece un excursus storico sulle varie teorie sulla traduzione, da Pope a Dryden, da Benjamin a Pound, da Schleiermacher a Schlegel a Goethe. 

Di argomenti per il saggio ce n'erano davvero tantissimi e fino all'ultimo ero indecisa. Finché una fredda mattina di ottobre (l'altro ieri) ho avuto l'illuminazione. 

Dunque dopo aver rimuginato parecchio, ieri mi presento all'ufficio di Jean e le scarico queste due bombe:

Saggio di stilistica: la metafora nell'Inferno di Dante, nelle traduzioni inglesi di Ellis e Carson
Saggio di teoria della traduzione: la teoria addomesticante e la teoria straniante nelle due traduzioni della saga di Harry Potter

Jean era entusiasta, mi ha detto che non potevo scegliere due argomenti più distanti (uno è una traduzione ita>eng, l'altro il contrario, uno è poesia, l'altro prosa, uno è un classico, l'altro un contemporaneo destinato a diventare un classico...) e che quindi da questo momento è tutto in discesa. Se lo dice lei!

Secondo me invece adesso inizia il meraviglioso viaggio dell'accademico alienato socialmente che si rintana in biblioteca a sfogliare polverosi tomi danteschi e potteriani, e a leggere critiche su critiche. Eh, già, perché non si tratta solo di offrire un paragone tra le varie traduzioni esistenti, bensì di trovare per entrambi i saggi quella che sarà la mia tesi da difendere. [Breve parentesi: sembra un'idiozia, ma non è facile ricominciare a pensare e a produrre opinioni dopo tre anni di lavaggio del cervello, chiusa parentesi.] Si sa mai che io sia la prima accademica (sì, lo so, è un po' arrogante da chi non ha nemmeno una magistrale in tasca, però qui continuano a chiamarci scholars a tutti i costi) a scoprire un profondo e indissolubile legame tra l'Inferno dantesco e Hogwarts... non avete per caso notato una leggera somiglianza tra Virgilio e Silente?

Ma bando alle elucubrazioni, che qui si rischia di essere presi per dei fomentatori di congetture metaletterarie!

Durante il colloquio Jean, che è stata carinissima, mi ha chiesto se mi trovo bene, se ho qualche difficoltà (in realtà sono stata io a dirle che all'inizio ero un po' bloccata per l'ansia) ed è rimasta basita, non se lo aspettava assolutamente, "difficile credere che tu abbia difficoltà", mi domando che razza di immagine ho dato a 'sta prof! Be', sta di fatto che sono tornata da colloquio più leggera di una decina di chili (metaforicamente parlando!).

Così sono andata alle prove del coro jazz a cui mi ero iscritta, ma dubito che rivedranno la mia faccia... Ora, è vero che io non sono stata abituata bene, ma benissimo, e che le mie esperienze corali sono andate dallo pseudocristiano al dilettante, dall'oratoriale al semiprofessionistico (anche se, in questo caso, non vissuto in prima persona, ma quasi)... Il coro di ieri è gestito da persone che sicuramente saranno bellissime, ma tra una pianista che si ferma ogni due secondi perché sbaglia e deve chiedere scusa e una direttrice senza il senso del tempo... ecco, insomma, ho perso un po' la pazienza. Nel senso che non ho la pazienza di starmene buona buona nella fila dei contralti in attesa che un miracolo faccia risolvere magicamente la bellissima armonia di Get Happy. 

Idem come sopra per il Revelation Choir. La direttrice del Rev in realtà è un po' più sveglia (fin troppo sveglia, visto che sembra sempre sotto l'effetto di metanfetamine), ma non sa leggere la musica e costruisce le armonie un po' a caso. Con i due ragazzi responsabili del Rev ci eravamo già incontrati a inizio settimana perché si erano dimostrati entusiasti del fatto che io qualcosa ho studiato e qualcosa so suonare, quindi a inizio settimana è stato tutto un "sììììì dai vieni così ci insegni le parti e poi suoni e dirigi"... beh, le prove del Rev erano stasera e sono state abbastanza pessime... Intanto, la mia opinione non è stata chiesta neanche per sbaglio quando la direttrice e il codirettore (un tizio inquietante che canta tutto il tempo) si sono fermati tre quarti d'ora a trovare una seconda voce che era fisicamente impossibile da non trovare, visto che era scritta sotto il loro naso sullo spartito... Ma visto che nessuno dei due legge il pentagramma... al che, mi spiace per il gospel perché sono un'amante del genere, ho preferito lasciar perdere anche loro. Non per altro, però provano di giovedì sera, quando si trovano anche i ragazzi della Music Society che invece sono davvero bravi.

Questi schitarrano tutto il tempo e sono in metà di mille, quindi preferisco di gran lunga farmi viva ai loro incontri (che seguono il principio del "porta la chitarra e trovati dei musicisti") e magari formare una band, chissà.

Be', le esperienze corali non sono andate granché, ma sono abbastanza cosciente del fatto di avere degli standard e delle aspettative troppo alti - assolutamente irraggiungibili anche dal mio stesso talento e dalle mie stesse capacità. E' sempre stato così e sempre lo sarà.

Nonostante le delusioni musicali, c'è un'altra nota (wink wink) positiva nella giornata di ieri. Dopo le prove del coro sono andata alla serata settimanale dei giochi in scatola, gestita appunto dalla Board Games Society, (per trovare la stanza mi è bastato fiutare... l'odore...) e mi sono fatta una bella partita a Seven Wonders e a Baker Street (che mi sono portata da casa e che ha riscosso un successone). I ragazzi della Board Games Society sono davvero carini, sono esattamente quello che ci si aspetta da una società che si ritrova esclusivamente per giocare ai giochi in scatola, al diavolo gli stereotipi. Eravamo un mucchio di nerd nella stessa stanza? Sì. Però sono stati tutti carini con me, e al contrario di quanto si possa pensare la percentuale di ragazze era sorprendentemente più alta della norma. (Ne ho individuate almeno una mezza dozzina in una trentina di giocatori... jackpot!)

Oggi poi c'è stato un incontro davvero interessante con la drammaturga Timberlake Wertenbaker, che ha tenuto un seminario sul passaggio "dalla pagina al palcoscenico" al quale noi traduttori eravamo invitati a partecipare assieme agli studenti di recitazione, di drammaturgia e di regia teatrale. E' stato estremamente coinvolgente, Timberlake ha invitato noi traduttori e i drammaturghi a scrivere dei pezzi per poi provarli con i ragazzi di recitazione e regia (tutto questo accadrà durante altri due incontri). Sentir parlare Timberlake mi ha fatto davvero riflettere su quanto tempo ho effettivamente passato circondata da gente che di teatro ne sa a mazzi, ogni parola sulle relazioni tra attori, registi e scrittori, mi ha ricordato di Chema, di Dario e anche di parentesi un po' meno felici come le mie stesse esperienze col palcoscenico e con la scrittura teatrale. (Paolo Grassi, ce l'ho con te.)

Era un po' che non immergevo la testa nel mare del teatro, e devo dire che mi ha fatto bene. Sarà un lavoro interessante, anche se stavolta mi tocca tradurre in inglese perché i pezzi devono essere recitati. Per questo ho scelto una scena da Historia de una escalera di Buero Vallejo, perché davvero non mi sovveniva nulla di artisticamente interessante da tradurre dall'italiano all'inglese (escludendo Baricco, troppo complicato, e senza nulla togliere a Pirandello e Goldoni).

Riassumendo, tra ieri e oggi ho trovato le bizzarre e audaci idee per il saggio (che per ora sono solo idee), sono andata a un fantastico colloquio (con un'insegnante che è davvero felice di riceverti), ho provato il coro jazz e non mi ha convinto, mi sono improvvisata supernerd in una serata di giochi in scatola e Dr Who, ho rivangato nell'antro teatrale della mia testa (con conseguenti magoni esistenziali), ho dato una chance al coro gospel ma nemmeno quello mi ha convinto e sono tornata a casa per scrivere questo lunghissimo articolo (mentre guardo l'ennesima puntata del Dr Who).

Ah, dimenticavo, stasera suonavano i Bastille nella sala concerti del campus. Sono stata un po' a sentirli (da fuori, perché ci voleva il biglietto) e sembravano davvero bravi. C'era gente che faceva la fila dalle quattro di questo pomeriggio, qui sembrano parecchi popolari. Be', se non avete niente da fare e volete dar loro un'opportunità, fonti certe dicono che suoneranno all'Alcatraz.

Ancora una volta, vi abbraccio tutti.

PS: Ora, io non so chi effettivamente legge questo blog, però se qualcuno ha delle idee o pensieri che riguardano i due saggi, benvengano... 

1 commento:

  1. Guarda, ti aiuterei volentieri ma....non sono così ferrata riguardo i libri di Harry Potter! ^^''''''
    Sooo soooorry :(

    Però io leggo il tuo blog :D e hai tutto il mio supporto morale :D

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