giovedì 31 ottobre 2013

Kitchen fitness, carboidrati e un pizzico di britannicità

La UEA organizza di tanto in tanto dei tour del campus per futuri studenti, genitori di futuri studenti e per curiosi. Come ho già raccontato a qualcuno di voi, da un mesetto lavoro per l'ufficio che si occupa di questi tour. In qualità di rappresentante dell'appartamento mi occupo di accogliere questi ospiti, mostrare loro la cucina e la mia stanza per spiegare un po' com'è la vita qui nel campus. 

Settimana scorsa è venuto un gruppo di studenti italiani in vacanza studio a Norwich. E' stato divertente fingere per un minuto e mezzo di essere un'autoctona per poi palesarmi e ottenere una schiera di "OOOOOH ma tu sai l'italiano". 
"La questione è un po' diversa, io sono italiana." 
"E allora perché stai qua in Inghilterra??"
Benedetti ragazzetti italiani. Evito una qualsiasi risposta sarcastica perché non sono una fan delle battute servite su un piatto d'argento. Come ogni volta che mi viene posta una domanda che inizia con "perché", rispondo "perché no?". E, da brava student ambassadress mi limito a sorridere e aprire la porta della mia stanza.
Una parte di me è perita dopo una lenta e dolorosa agonia dopo che una ochetta, uscendo, ha commentato: "Che tristezza, tiene una foto di suo padre nella stanza". 
Indicando una foto di Fabrizio De Andrè.

E' un po' strano far entrare dei perfetti sconosciuti nella propria camera, mostrar loro l'armadio, i cassetti e quant'altro... Se non altro, oltre ad aiutarmi a far tornare i conti a fine mese (più o meno...), mi aiuta a evitare che la stanza cada nello stato di degrado che solitamente si abbatte sugli ambienti che frequento. Ebbene sì, sono diventata quasi una persona ordinata (ma quando esagero rovescio apposta i libri sulla scrivania e impilo i vestiti sulla sedia per non scombussolare troppo l'ordine naturale delle cose).
Sta di fatto che la sera che precede queste visite guidate è la mia sera preferita in assoluto: visto che tocca sempre a me pulire la cucina, cerco di rendere la cosa meno sgradevole con un paio di cuffie e della vecchia e sana musica trash (i Motley Crue, Elena? Seriously??). Roba da far impallidire Tom Cruise!


Be', tra ieri e oggi me la sono scialata da morire perché oltre ai visitatori avevo anche programmato una serata "pasta" con i miei compagni di corso: Valentina, Cole, Livvy, Hannah e Anna. Quindi ho passato tutto il pomeriggio a pulire la cucina (perché nel frattempo i miei coinquilini avevano fatto in tempo a riportarla al suo stato originario) e cucinare. Cari i miei zumbadipendenti, scordatevi l'aerobica afro-caraibica, perché la nuova frontiera del fitness si pratica dietro ai fornelli! Un gran bel paradosso, no?

Dopo la mia sessione di Ballo della Casalinga hardcore (me lo sono ricordato solo adesso! Poi la gente si chiede perché in Italia fiorisce il mercato della musica da balli di gruppo... http://www.youtube.com/watch?v=a99JTkmONzI) ho ricevuto i miei ospiti, che nel frattempo si erano dimezzati.
Livvy aveva una cena coi suoi, Valentina non vedeva la bambina da tutto il giorno (che è una tortura per la nostra neomamma) e Cole è corso a casa a fare lo studente modello. A questo punto, chiedo a Jennifer, la mia coinquilina americana, se ha voglia di unirsi a noi. Dopotutto, ho solo impiegato due ore per cuocere un chilo di pasta (in quattro tempi, perché giustamente non dispongo di una pentola dalle dimensioni adatte). Fortuna che non l'avevo ancora condita. 

E' finita che, chiacchiera di qua, chiacchiera di là, le mie adorabili ospiti si sono servite di: 
una porzione di pasta al pesto alla siciliana (che era quella in programma, facile e indolore)
una carbonara improvvisata al Camembert (avevo il frigo vuoto!)
e, udite udite...
una umile ma intramontabile pasta col formaggino. Credevo di essermi già superata con la carbonara 2.0, ma con la pasta col formaggino posso dire di aver definitivamente convertito le mie amiche al Pastafarianesimo. 

No, sul serio, quelle tre si son fatte fuori quasi un chilo di pasta! Sono profondamente ammirata.

Dopo la pasta e le confidenze del cuore (awww, ma che tenerezza), abbiamo concluso la serata con Fantascatti e Dobble. Quando torno in Italia a Natale devo assolutamente pensare a che altri giochi in scatola posso portare alle mie compagne di merende. Un Jungle Speed, magari? 
La cosa divertente è che oltre ad averle iniziate al gioco in scatola, mi è anche toccato estirpare loro l'inestirpabile: la britannicità (parlo di Hannah e Anna, Jennifer è americana, a voi le conclusioni!). 
Non-si-può giocare a Fantascatti fermando la mano questa maniera: 
"Prima tu"
"No prima tu"
"No prima tu"
"Insisto" 
E' contro ogni norma! Cosa faranno le poverette quando verranno in Italia e giocheranno con i miei amici? Si guarderanno i segni rossi e i graffi sulle mani, pensando "ma chi me l'ha fatto fare", probabilmente.

La chiudo qui perché vorrei provare a riposare un po'. Si prospettano giorni di incontri interessanti, se non altro domani sarà l'Halloween più lungo che avrò mai festeggiato... Staremo a vedere perché...

Intanto vi saluto con questo tributo scrubsiano alla scena di cui sopra:


2 commenti:

  1. Tantantantantanrantantan!

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  2. Ne canto anche un'altra sempre in tema: Viva la Pa, PaPaPaPa col PoPoPoPomodor!

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