domenica 20 ottobre 2013

Oggi è stata una giornata produttiva

tutto sommato.

Benché il mio saggio dantesco abbia trovato una fase di stallo che non sarà facile svicolare, sono felice di aver scritto all'esimio professor Franchi che mi ha risposto dicendomi che le mie domande hanno avuto su di lui l'effetto di un TIR in piena corsa (testuali parole).

E sono altrettanto contenta che Franchi abbia definito Dante "non esattamente un mostro d'umiltà".

E non posso dirmi dispiaciuta del fatto che oggi ho tradotto un botto di roba. Dall'inglese all'italiano, l'intero libro Where the Wild Things Are, che è diventato Là dove stanno le cose selvagge. Dall'italiano all'inglese, cinque mie poesie da Tre Concerti (finalmente in fase di pubblicazione, ne riparliamo a dicembre!), una poesia di Manuel Serantes e otto poesie da La Terra Santa di Alda Merini.

Il tutto è ovviamente avvenuto dopo le 23 di stasera, perché durante il resto della giornata sono stata troppo occupata a fare presenza alla festa di compleanno della piccola Chloe (dove ho rivissuto le migliori scene de Il mio grosso grasso matrimonio greco) e a contoncermi dal mal di schiena sul letto mentre fingevo di essere interessata a un saggio sulla teoria polisistematica (non mi si chieda che cos'è, perché non ne ho idea, dopo due pagine ho mollato e ho fatto un po' di filosofia).

Mi viene un po' da ridere pensando che tre quarti delle traduzioni che ho fatto fino a ora sono dall'italiano all'inglese e non viceversa, come dovrebbe essere. E' che da quando sono qui mi è venuta 'sta botta di patriottismo (quello benigno) e non riesco a smettere di pensare che è profondamente ingiusto che il mondo anglofono si perda la bellezza di autori come la Merini che non sono stati tradotti se non in rarissimi ambiti accademici. D'altra parte c'è un motivo se ancora prima di metter piede sul suolo anglico mi sono sempre dichiarata a sfavore di mie traduzioni dall'italiano all'inglese. Perché non ne sono in grado.

Ora però mi piace terminare la frase con uno speranzoso:
"...adesso."

E' vero, non ne sono in grado adesso. Ma dopo aver passato quattro ore a cercare di tradurre la Merini (non mi si venga a dire che mi son scelta la più difficile del mazzo, perché in ogni caso la poesia non è mai facile), riguardando questi versi tradotti in un inglese poetico goffo e disperato, posso dirmi "magari domani saranno più belli". E giorno dopo giorno, chissà.

Vale la pena fare il tentativo, perché se sono qui non è per dimostrare niente a nessuno, ma per prendere tutto ciò che posso. Anche l'eventuale catastrofico fallimento.

Tanto, alla peggio, posso sempre vendere saponi per tutta la vita.

PS: Mamma e papà, l'ultima frase è ironica, eh.

4 commenti:

  1. gradissima ele!!!
    Sempre tanta, tanta stima per te :D

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  2. cmq sai che dopo l'ipodermico catastrofico fallimento ... può esserci solo un successo......
    ELENA-SOAP-SHOP .... XD

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