venerdì 3 ottobre 2014

Santiago - 03/10/2014

Dopo le disavventure del mio arrivo a Santiago, oggi ho iniziato molto timidamente ad osservare la città.

Visto che il post di ieri era già abbastanza lungo, non ho voluto aggiungere niente sull'ostello in cui mi trovo, ma davvero è fargli un torto.

Superando a malincuore il Kinlay Hostel di Galway, La Casona è salita al primo posto nella top ten dei miei ostelli preferiti.

In un edificio molto antico, camere non troppo grandi, e l'ostelliere più carino che abbia mai visto... e non ho ancora provato la colazione! (Perché stamattina la scembara si è svegliata tardi.)

Non sapevo esattamente cosa fare della mia giornata e non mi andava nemmeno di girare completamente a caso. Verso mezzogiorno Julio di Casagrande - che sapeva che sarei venuta a Santiago - mi aveva mandato un'e-mail invitandomi alla presentazione di un libro di un poeta messicano, ma questa non sarebbe stata prima delle 19.

Per prima cosa ho cercato il Palacio de la Moneda, ovvero la sede del governo. Prima di arrivare alla Moneda, sono passata per la cattedrale, che ahimè - come quasi tutti gli edifici storici di Santiago - al momento è sotto impalcature per ristrutturazione. Così ho solo gli interni, magnifici, per quanto mi riguarda.


E poi la Moneda, che è talmente grande da occupare un isolato intero e da avere due facciate principali, quella del retro...



E quella davanti, che dà su una piazza enorme e inaccessibile:


Guardando sulla mappa, scopro che non sono affatto lontana dall'università, dove vengo a sapere due cose:

1) che quest'anno è il centenario dalla nascita di Nicanor Parra, antipoeta, insegnante, intellettuale, e tutto quello che volete...



2) che in un quartiere di Santiago chiamato Providencia si sta svolgendo una bella fiera dell'editoria indipendente. Alla quale non potevo non andare!



Se ricordo l'ultima fiera dell'editoria indipendente nella quale ho messo piede a Milano, mi viene ancora da piangere. Quattro gatti eran già tanti.

E invece in questa fiera, in un parco, gli stand erano tantissimi e tantissime erano le persone che sono venute a dare un'occhiata, a comprare libri, a sentire le presentazioni e le conferenze:



Guardo sul programma e scopro che c'è un laboratorio sulla scrittura di racconti e microracconti tenuto dallo scrittore Marcelo Mellado. Non erano rimasti posti perché le iscrizioni erano state aperte tanto tempo fa. Però rimango lo stesso per vedere se qualcuno non si presenta e fortunatamente mi sono riuscita a imbucare.


Mallado è un genio, una persona con una vitalità e uno spirito imbattibili. Si è discusso tanto di cos'è un racconto, di cosa vuol dire scrivere, e si sono nominati parecchi racconti, e parecchio Borges. Cito, "Ahimè, se uno vuole sapere scrivere racconti, purtroppo gli tocca leggere Borges". 

C'è stato anche il momento siparietto Elena Traina, la quale, per una volta che tiene la bocca chiusa e se ne sta buona a prendere appunti e a scriversi le sue cose, è ancora una volta riuscita a guadagnarsi una posizione sul proscenio sotto l'occhio di bue. 

Mallado si è accorto che prendevo appunti, e che sorridevo tra me e me, sul foglio, quando nominava Borges, così a un certo punto, mentre parlava de L'Aleph, il racconto, mi ha indicato e ha detto qualcosa tipo "prendete lei, per esempio", "lei di sicuro ha letto l'Aleph, perché uno che ha letto l'Aleph ce l'ha scritto in faccia".

Ho letto l'Aleph? Sì.

Ce l'ho scritto in faccia? Decisamente, visto che ci ho fatto un progetto di 5000 parole sull'aleph di Borges, sulla concezione di aleph letterario di Benni, e sulla mia idea di traduzione, lettura e scrittura come aleph personale.

Così ha iniziato a prendermi in giro, molto amabilmente in realtà, per il foglio pieno di appunti, che non ne aveva mai visti di così ordinati, e che era sinceramente curioso di sapere cosa avevo scritto di così tanto interessante.

Dopo qualche secondo di lui che mi guarda, interessato, e aspettando una risposta, capisco che non era una domanda retorica. Così, imbarazzatissima, rispondo "nomi", "cose", "racconti", "citazioni". E poi aggiungo, scusandomi, che sono italiana e che prendere appunti è un modo per seguire meglio ciò che viene detto in spagnolo.

Mallado si entusiasma parecchio, e parla di Cesare Pavese, di Calvino, di Sciascia. E allora io ribatto con Buzzati, che è e sarà sempre il mio cavallo di battaglia.

Un evento stupendo. Ne ho presi davvero tanti di appunti, perché Mallado ha detto cose che avevo bisogno di sentirmi dire. Così adesso sono davvero carica per una settimana a Valparaiso, dove non farò altro che scrivere.

Per ora, però, mi godo ancora un paio di giorni nella capitale - domani un tour a piedi con i ragazzi dell'ostello e uno spettacolo teatrale, domenica chissà.

Nessun commento:

Posta un commento