giovedì 19 settembre 2013

Sistemamenti

Come da titolo, oggi è stata un giornata di sistemamenti.
Più che altro, di shopping sfrenato e di tour del campus.

Il centro nevralgico del campus è The Square, che vedete qua sotto, attorno alla quale si riuniscono la biblioteca, l'ufficio postale, il minimarket, la libreria, l'agenzia di viaggi, l'ufficio impieghi e la Union House, ovvero la sede dell'organizzazione studentesca che gestisce TUTTO: tutti i servizi di cui sopra, più le societies e i club, le attività sportive, le gite, etc. etc.


L'edificio trasparente che si vede sulla sinistra è la mensa, che è soltanto uno dei 6 pub/ristoranti che popolano il campus (siamo giovani e abbiamo fame U.U). Qui sotto c'è la libreria che ho dovuto visitare, dove ho effettuato i primi acquisti della giornata (che è iniziata ben bene, direi):

Everything is illuminated - Ogni cosa è illuminata (Jonathan Safran Foer)
To kill a mocking bird - Il buio oltre la siepe (Harper Lee)
Nocturnes - Notturni (Kazuo Ishiguro)
Where the wild things are - Nel paese dei mostri selvaggi (Maurice Sendak)

Con i complimenti delle commesse sulla scelta dei libri :)


Poi sono passata in biblioteca per ritirare il tesserino. LDC sta per Literary, Drama & Creative Writing, che è il nome della "scuola" dentro la quale si sviluppa il mio corso di laurea (MA in Literary Translation). Non ho ben capito cosa sia la scuola, so per certo che non corrisponde alla facoltà perché quella c'è già:
MA in Literary Translation > Literary, Drama & Creative Writing > Faculty of Humanities.


Dopo mi sono insediata in The Hive, una delle caffetterie, dove ho sorseggiato con posa aristocratica un tè alla menta da 65p.


Sono ritornata in camera per cominciare a decorarla, ma poi mi sono resa conto che era il caso di cominciare a comprare delle cose essenziali tipo le stoviglie, il cuscino (che tuttora non ho), il convertitore schuko-brit.

Così sono ritornata al minimarket e ho comprato una bacinella, degli stracci, le suddette stoviglie (due piatti, tre forchette-cucchiai-coltelli, tre bicchieri), la pellicola trasparente (essenziale!) e il sapone per i piatti. Ho fissato allibita lo scaffale dei detersivi finché un gentile commesso ha avuto pietà di me e mi ha spiegato le differenze tra uno e l'altro. Otto su dieci erano ammorbidenti, poi c'era un detersivo normale e uno biologico. Ho abbandonato l'idea di lavare i vestiti, per oggi, sono rimasta troppo scossa dalla presenza invadente di tutti quegli ammorbidenti.

Così, con una bacinella sotto il braccio, le stoviglie nello zaino e un rotolo di pellicola in mano, sono uscita dal minimarket e ho constatato piacevolmente che aveva spesso di piovere. Sicché ho deciso di fare il giro largo per il parco per scattare qualche foto del campus:


Questo è lo ziggurat dove sto io:



Dalla parte opposta del campus c'è una specie di laghetto che qui chiamano il Broad. In realtà è abbastanza grande e ci sono cartelli dappertutto che vietano di buttarsi in acqua. Non mi era passato neanche per l'anticamera del cervello, anche perché le sponde del Broad sono davvero inquietanti - la location perfetta per un omicidio alla Agatha Christie (la cara, vecchia Agatha). Neanche un paio d'ore dopo aver formulato questo pensiero, ho letto sul giornale che settimana scorsa hanno pescato un cadavere. A sto giro la realtà batte la finzione 1-0.


Mi sono allontanata un pochettino fino a che non ha cominciato a fare un po' troppo freschino per i miei gusti, questo è il punto più estremo del campus (nella direzione che ho preso oggi).


Domani si vedrà che altre direzioni si possono prendere...

1 commento:

  1. Amo alla follia il tuo badge.

    Ma puoi avere quella posa alla Carrà?

    Ti adoro.

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