sabato 20 settembre 2014

Buenos Aires 19/09/2014

Ogni avventura che si rispetti dovrebbe iniziare con un dirottamento aereo.

Ma prima, riporto il primo buon segno che Eduardo Galeano mi ha lasciato a pagina 186 del suo Libro degli Abbracci, che sfogliavo mentre preparavo lo zaino e la valigia:

Sogni per la fine dell'esilio /1

Helena sognò che voleva chiudere la valigia ma non ci riusciva, e faceva forza con tutt'e due le mani, e appoggiava le ginocchia sulla valigia, vi si sedeva sopra, ci saliva in piedi, ma non c'era verso. Dalla valigia, che non si lasciava chiudere, sfuggivano oggetti e misteri.

E a pagina dopo, ancora più improbabile:

Sogni per la fine dell'esilio /2

Helena era tornata a Buenos Aires, ma non sapeva in che lingua parlare né con quali soldi pagare. Ritta sull'angolo fra Pueyrredón e Las Heras aspettava il 60: che non arrivava mai, che non sarebbe mai arrivato.

Il volo è stato molto faticoso. Durante il viaggio, ho reiniziato Rayuela, finalmente. Non potevo arrivare a Buenos Aires, in festa per il centenario dalla nascita di Cortázar, senza aver riletto il suo capolavoro con la concentrazione e la pazienza necessarie. Poi dallo schermo dei sedili Alitalia ho visto Divergent, rivisto I sogni segreti di Walter Mitty, e sonnecchiato in compagnia di Ocean's Eleven nelle cuffie. Ho anche chiacchierato con il mio vicino di posto, un giovane svizzero-messicano che doveva venire a Buenos Aires per un matrimonio che è stato annullato. Chi non ama i drammi?

Il dirottamento aereo su Montevideo è avvenuto dopo un'ora che volavamo come un'ape intorno all'aeroporto di Ezeiza  in attesa che la nebbia si dissolvesse. Alla fine il pilota ha deciso di dirottare, e a Buenos Aires ci siamo arrivati all'una e mezza del pomeriggio (dalle 6.40 originarie)!

All'aereoporto è venuto a prendermi Francisco, il tassista di fiducia della famiglia che mi ha affittato il mio appartamento. Francisco mi ha lasciato con una perla che solo un tassista sudamericano che guida senza cintura su un'autostrada dove ci vanno anche i ciclisti poteva concepire:

La vita bisogna godersela perché è così corta e piena di sorprese...

E allora, ascoltando Francisco, dopo un'interminabile viaggio di 20 ore, con una manciata di minuti di sonno alle spalle, sono andata a farmi una lunghissima passeggiata in centro. 

Buenos Aires è ENORME. Non solo in termini di estensione territoriale, ma proprio di atmosfera che si respira in città. Strade a mille corsie incredibilmente trafficate. E' una Palermo a 18x, con altrettanta miseria.

Delle vie del centro mi hanno colpito gli allegri richiami "Cambio! Cambio!" di chi vende pesos in cambio di dollari americani a un tasso ridicolo, quasi il doppio dei tassi che ti fanno in banca o nei bureau exchange. Blue rate si chiama.

Bello anche vedere uno sciuscià - limpiabotas - in pieno centro. E venditori di strada che vendono spazzole per vestiti e tappeti "como las de un tiempo" (come quelle di una volta), con le setole di cinghiale.

Il giro si è concluso dopo un paio di orette perché ero stanca morta, e sono tornata nel mio appartamentino. Il resto della serata ha previsto un lungo e lushioso bagno, e qualche episodio di Friends sottotitolato in spagnolo e Adventure Time doppiato da attori sudamericani.

#horadeaventura!

Per il piacere dei vostri occhi, la foto del giorno, Plaza de Mayo:



E oggi non so cosa mi aspetta, ma di sicuro sarà fantastico! Hasta pronto!

Nessun commento:

Posta un commento