martedì 22 luglio 2014

Come essere un espatriato - UK edition

Dunque, non posso pubblicare il lavoro di fine corso per i motivi di cui sopra, però posto molto allegramente il testo che ho scritto per l'evento finale. E' un adattamento del racconto Come essere un espatriato di Peter Ho Davies, alla Traina, of course.

Prendi una laurea in lingue e letterature straniere. Scegli un'università tra quelle ai primi posti per 'esperienza studentesca e vita sociale' nei sondaggi dell'Huffington Post, che casualmente offre un programma di specializzazione che ti interessa. Fai domanda per essere accettata, mentre scrivi un'infinità di email ai tuoi ex professori spiegando cosa sia una lettera di raccomandazione e come mai te ne servano due. Richiedi la sistemazione negli alloggi del campus e aspetta pazientemente in lista d'attesa. Prepara le valigie, domani si va in UK, che tu abbia una casa o no. Magari starai in ostello a Londra per qualche giorno (o settimana), magari riceverai un'email dall'amministrazione con un'offerta di sistemazione nei residence dell'università. Accetta l'offerta.

Arriva alla UEA, lasciati condurre alla tua stanza. Gioisci all'idea di incontrare i tuoi compagni di appartamento, e immagina feste e cene con studenti da tutto il mondo. Abituati ai tuoi coinquilini che fanno casino giocando a Mahjong in cucina mentre tu guardi Dr Who da sola nella tua stanza per 'migliorare l'accento'. Impara il cinese mandarino tuo malgrado.

Va' in città per esplorare il centro e rimani invischiata in un colloquio di gruppo nel quale ti viene richiesto di rappresentare te stessa usando della plastilina. Spiega al tuo futuro capo che quelli che qui chiamano 'precedenti penali', in Italia conta come 'esperienza lavorativa'. Ottieni il posto e assapora le gioie di un lavoro da commessa sotto Natale. Impara a essere comprensiva con i clienti che disapprovano il tuo accento e che sono ancora più confusi quando ti giustifichi spiegando che sei italiana. 

Sorridi sempre, anche se alle volte puoi lasciare che qualche parte di te muoia in silenzio quando ti dicono cose come "mamma mia!" e "ma che cazzo dici?", facendo questo con le mani. Chiedi loro di rimettersi le mani in tasca, dove dovrebbero stare, per cortesia. Non provare nemmeno a spiegare che iu du not tolca laic dis (tu no, Matteo Renzi sì). Fa' notare che non è colpa tua se il tuo accento è tutto scombinato, d'altronde hai vissuto a cavallo di due ere diversissime nella storia dell'insegnamento e apprendimento della lingua inglese. La prima che annoverava personaggi di 'finzione educativa' come Susy, Mark, Paul e Katy, che inspiegabilmente si recavano in discoteca tutti i sabato sera nonostante avessero solo dodici anni. La seconda con protagonisti di tutt'altro livello, come Charlie l'unicorno, Jake il cane e Finn l'avventuriero, ai quali devi la maggior parte del tuo vocabolario, ristretto e limitato, ma senza dubbio versatile e sufficiente a tirare avanti.

Prometti a te stessa che proverai a fare amicizia con più persone locali possibile, ma per qualche ragione che ancora non comprendi ti ritrovi circondata di spagnoli o gente che parla spagnolo per sport. Chiama i tuoi genitori di tanto in tanto e renditi conto che quando hai lasciato l'Italia parlavi correttamente tre lingue, italiano, spagnolo e inglese, mentre dopo sei mesi in Inghilterra non ne parli nessuna delle tre. Ricorri all'uso di mani e braccia per sopperire al vocabolario mancante, e ricordati che a telefono è difficile che i tuoi genitori ti vedano mentre fai questo.

Racconta a mamma e papà del Master e della scuola estiva di scrittura creativa che hai deciso di frequentare mentre dovresti scrivere la tesi. Frequenta la scuola di scrittura con ottimi risultati e scopri che scrivere in inglese è meno difficile di quanto ti aspettassi, e sicuramente molto più divertente. Scrivi di te, di persone che conosci, ma anche di cose delle quali non avrei mai pensato di scrivere. Porta con te un diario, e scarabocchia le tue osservazioni, che volendo potrebbero essere adattate in 'cinguettii', se non raggiungessero livelli di idiozia all'altezza della voce #4 del 7 luglio 2014:

Chissà perché l'origano inglese galleggia nell'olio d'oliva, al posto di affondare come fa quello italiano.

Quando non stai scrivendo, divertiti a essere molestata da studenti ossessionati con il punting a Cambridge (un modo figo per dire 'gondole') e gironzola tra i college di Oxford, chiedendoti come faccia certa gente a dire che sono meglio della UEA. Cambia un paio di turni al lavoro per andare in gita a Londra con i tuoi compagni, dove cadrai così in basso da ascoltare con il tuo amico John Standing on top of the world dei Van Halen mentre sei sul London Eye.

Divertiti tanto, ma non dimenticare che si tratta di un corso di scrittura e che dovrai leggere qualcosa all'evento finale della scuola estiva, durante il quale probabilmente ti esibirai dopo aver pregato in ginocchio Alex, una delle organizzatrici, senza alcuna vergogna.

Visto che non puoi startene qui sul palco tutta la sera a raccontare i fatti tuoi a mezzo mondo, vedi di farci il favore di arrivare a una conclusione che Kate possa definire 'organica, logica, coerente'.

Concludi questo brano di eccezionale prosa, un esempio perfetto di plagio che, tra le altre cose, è uno dei peccati mortali degli aspiranti scrittori che studiano alla UEA. Sorridi e saluta i tuoi compagni e la tua insegnante, e lascia il palco senza ulteriori spiegazioni.

Ricorda di ringraziare prima di andartene.

Grazie e buona serata. 


PS: 'Questo' è questo...

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