venerdì 4 luglio 2014

Day 4

Vorrei iniziare dicendo che Kate ha portato dei funghi in classe. 

Suspence, ai funghi torneremo dopo.

Il primo esercizio consisteva in rispondere molto rapidamente e istintivamente alle consegne di Kate. (Io sinceramente faccio un po' fatica a spegnere il babelfish che traduce inglese-italiano italiano-inglese nel cervello e quindi sono molto lenta.)

1) Pensate a un paesaggio. Concentratevi su un aspetto di questo paesaggio (una collina, un fiume...), descrivetelo in una frase.

Un fiume profondo e così scuro che l'acqua sembra Guinness, ma ne raccolgo un po' con le mani ed è limpida e pura.

2) Vicino a voi si trova un bosco. Com'è?

Non è fitto, ma offre riparo e frescura. Si intravedono delle radure.

3) Scorgete dell'acqua, in che forma? Com'è?

C'è una pozzanghera vicino a me, non è molto profonda.

4) Attraversatela.

Tolgo le scarpe e le tengo in mano mentre sguazzo allegramente nella pozzanghera.

5) Vedete qualcosa che luccica, cos'è?

Trovo una graffetta per terra. Mi domando che cosa ci faccia qui.

6) Alzate lo sguardo e vi accorgete di una casa che non avevate notato.

E' una capanna di legno molto sottile, sembra quasi compensato, con solo una entrata e una finestra.

7) Sbirciate dalla finestra. Cosa vedete? C'è qualcuno? Se sì, descrivetelo.

Le tende non lasciano intravedere molto, ma riesco a scorgere la sagoma di un uomo seduto su una qualche sedia o poltrona.

8) Decidete se entrare o no.

Non entro.

9) Date uno sguardo oltre la casa, cosa vedete?

Un pick-up arancione coperto da foglie e rami secchi.

Ora, non lo sapevamo (io l'avevo abbastanza intuito, in parte perché con Dario avevamo già fatto qualcosa di simile), ma in teoria questo era un esercizio "psicologico". 

L'aspetto del paesaggio e la descrizione del bosco corrispondono a dove ci troviamo in questo momento della nostra vita. 

L'acqua a come ci relazioniamo con le persone (mi sembra giusto, mi tolgo sempre le scarpe per sguazzare allegramente nella vita dei miei amici), l'oggetto luccicante alla nostra creatività (una graffetta? e io che mi domando cosa ci fa qui? interessante).

La casa e quello che c'è oltre corrispondono alla morte e alla nostra idea dell'aldilà. Intrigante, perché ho deciso di non entrare in casa. Disorientante, perché non ho idea di cosa ci faccia un pick-up arancione pieno di foglie secche nel mio cammino dopo la morte. Lo userò per girare il mio Sudamerica dell'afterlife? Uno non può mai sapere.

Il secondo esercizio mi ha divertito molto. Prima di tutto abbiamo raccolto tutto il vocabolario che conoscevamo intorno al concetto di "pianta". Cosa ha bisogno per vivere (acqua, luce, terreno, ma anche affetto, cure...) e di cosa è composta (stelo, petali, fiori, rami, germogli, spine... etc.). Poi abbiamo detto due parole a caso a testa, astratte o concrete. Sono uscite: ciglia, maccheroni, lussuria, formaggio, aeroplano, martello pneumatico, forza, e qualcun'altra che ora come ora non ricordo.

L'esercizio ci chiedeva di scrivere una lista di istruzioni per fare crescere una pianta di x (una delle parole a caso: una pianta di ciglia, una pianta di lussuria), seguendo dei parametri. Dovevamo citare i tipi di semi e i tipi di suolo richiesti, il clima, il tipo di fioritura e frutto, il tempo del raccolto e cosa succede se non si raccoglie il frutto a tempo debito.

Io mi sono divertita tantissimo, perché ho scelto di far crescere una pianta di forza, e ho giocato sul doppio significato di nuts in inglese - letteralmente, noce, figurativamente, cojones - e alla fine ho chiuso con un altro doppio senso con l'espressione to grow a pair, ovvero "farsene crescere un paio", nel senso di dimostrare di essere all'altezza di una situazione, "tirarli fuori".

Ora, vedo se riesco a tradurre metà letteralmente e metà con spirito di iniziativa, cercando di rendere giustizia al testo originale (e all'autrice, ah ah ah).

1) Prendete i vostri semi di sicurezza e piantateli nel terreno dell'insicurezza.
2) Innaffiate abbondantemente con autoconsapevolezza almeno quattro volte al dì.
3) Solo di tanto in tanto, lasciate la pianta sotto la luce delle rassicurazioni altrui, ma assicuratevi che la luce non sia diretta.
4) Questa pianta può e dovrebbe essere in grado di crescere con qualsiasi tempo e clima.
5) Presto spunteranno alcuni petali molto belli, ma cadranno al primo soffio di vento. Non disperate, i petali lasceranno spazio al frutto: due identiche noci.
6) Le noci della pianta della forza devono essere raccolte non appena compaiono, altrimenti si corre il rischio di farle marcire e morire, e potrebbe essere difficile far(se)ne crescere un altro paio.

Poi abbiamo cominciato con un po' di poesia vera e propria. Prima dei compiti finali, che porteranno un voto e un commento ufficiale come dei veri e propri essay (un racconto di 2000 parole e 6 poesie), dobbiamo consegnare 800 parole di monologo interiore ispirato a un quadro del Sainsbury Centre (il mio: http://tinyurl.com/kahqexr) e una poesia di almeno 14 versi, quindi stiamo raccogliendo materiale dal quale trarre ispirazione. 

Abbiamo prima letto delle cinquains, che in italiano non penso si chiamino cinquine (tombola!). La American cinquain è composta da 5 versi preferibilmente iambici (accento che cade sulla seconda sillaba: she bangs the drums and makes a dreadful noise), da 2, 4, 6, 8 e 2 sillabe. I versi non rimano.

Abbiamo fatto di nuovo quel gioco di scrivere un verso ciascuno e passarlo al vicino, però non mi ha fatto impazzire. La mia vicina era un po' svampita e si è persa il concetto del verso iambico, terminando i miei versi con un silent che, sì, ha due sillabe, ma con l'accento sulla prima mi ha ROTTO IL RITMO (http://tinyurl.com/mr824vk). Quindi siccome non mi ha fatto impazzire, non la pubblicherò. 

Dopo le cinquains, abbiamo lavorato sulle triolets. Da otto versi, schema metrico ABAAABAB, primo e secondo verso ripetuti rispettivamente nel quarto e nel settimo, e nell'ottavo. Iniziando a scrivere dall'ultimo verso, con la costrizione di usare almeno un'immagine uditiva o olfattiva, abbiamo poi steso gli altri. L'altra costrizione era di iniziare la poesia con "Because".

Because you're 17 for just one day,
the smell of barley in an Irish meadow
forgotten are the rainy days of May.
Because you're 17 for just one day,
I still dance to the notes of Galway Bay,
when sun has gone and all around is shadow.
Because you're 17 for just one day,
the smell of barley in an Irish meadow.

Perché siamo tutti fighi a scrivere roba in inglese, solo per questa volta offro la traduzione in endecasillabi (sciolti, per giove).

Perché si è giovani per così poco
l'odore d'orzo in un campo irlandese
dimenticati i giorni di tempesta.
Perché si è giovani per così poco
danzando accompagnati dai violini
se il sole ha già passato l'orizzonte.
Perché si è giovani per così poco
l'odore d'orzo in un campo irlandese.

E qui scattano gli applausi e il commento ostico del mio unico lettore che, seppur unico, riesce a trovare la falla nei miei endecasillabi (non mi stupirebbe, visto che ho letto i parametri su Wikipedia e non sono nemmeno sicura di averli capiti per bene!). 

In ogni caso, l'applauso per la sbatta, eh.

Ed eccoci ai funghi. Siccome la poesia che dovremo consegnare deve essere scritta dal punto di vista di un oggetto inanimato, Kate ci ha consegnato un fungo a testa e ci fatto passare i due minuti più bizzarri della giornata tastando, annusando e 'ascoltando' il fungo a occhi chiusi. Weird, superweird. Poi, due minuti per buttar giù delle impressioni o ricordi (e qui, il nullus più assoluto). Infine, dieci minuti di monologo interiore del fungo, che non mi azzardo a pubblicare, perché va bene tutto, ma il fungo latinoamericano che vive nel New Mexico, no.

Per terminare il post in bellezza:


Nessun commento:

Posta un commento