domenica 26 gennaio 2020

Party Business a Hobbiton

Eh be', e che è, uno si fa ventiquattro ore di volo per andare dall'altra parte del mondo e poi non va a visitare il set dove hanno girato il Signore degli Anelli?

Siamo Seri.

Mi prendo una mattina estremamente scialla, perché ho qualche ora di sonno da recuperare nonché una scadenza letteraria (anzi due) che mi preme. Resto al mio Comfy Breakaway mentre i proprietari Kelsie e Lance vanno una volata a Hamilton per riportare un libro dell'università al loro sbadato figlio che dopodomani ha un esame e il libro gli serve. (Siamo dall'altra parte del mondo, ma certi meccanismi famigliari non cambiano poi così tanto…)

Tappitappitappi fa la tastiera del mio portatilino mentre termino la roba a cui sto lavorando, la salvo e la invio a chi di dovere. Che bella la vita quando ci si può rilassare un attimo. Ho tempo, parto alle dieci per arrivare a Hobbiton con calma, tanto il tour inizia alle 13.25, inizia alle 13.25, o era all'una? Spè fammi controllare. 

Il tour inizia alle 12.05.

In dieci secondi, caccio tutti i miei averi nella valigia e nello zaino, che ficco nel bagagliaio e parto sparata. Molto bene, il navigatore non trova Hobbiton né la strada su cui questo si trova. Il telefono non prende.

Ok, io metto Matamata e poi quando arrivo là poi si vede. Mi dà un'ora di strada, sono le 10 e mezza, ce la posso fare. Vado sparatissima.

In strada non c'è un cane di nessuno. Mi ricordo solo alla pompa di benzina che oggi è Auckland Day, festa nazionale (almeno nell'isola del nord). 

Ritorno in strada, il limite è a 100 e a 100 si va. Se non fossi pericolosamente in ritardo, mi fermerei anche a guardare intorno a me, perché da quello che intravedo con la coda dell'occhio il panorama è spettacolare. Sono già nel Signore degli Anelli, anche se ci sono trenta gradi e io non me ne rendo conto.

Arrivata nei pressi di Matamata, riprovo con Google Maps, che trova l'indirizzo ma mi dà un'altra mezzora di strada. Sono le 11.30. Mi viene da piangere, non ce la farò mai.

Allora acchiappo il telefono e chiamo Hobbiton. Mi invento una scusa e imploro se possono trovarmi un posto nel tour successivo delle 13.25.

No problem.

Relax. Mi godo il viaggio ascoltando Harry Potter e, indovinate, arrivo a Hobbiton con largo anticipo, alle 11.55. Ce l'avrei anche fatta eh, ma ormai ho fatto cambiare e sinceramente preferisco prendermela comoda.

Mi fanno sapere che, al contrario del mio tour di prima, inizieremo la visita con il pranzo e poi con il tour. Eh sì, non ho resistito al biglietto che includeva anche il banchetto da hobbit, perché avevo proprio voglia di un'esperienza immersiva. Il banchetto degli hobbit è stato… un po' anticlimatico. Se vogliamo dirla tutta, penso che il catering di Hobbiton abbia parecchio da imparare dai ragazzi della Locanda della Contea. Insalate miste, couscous, pasta al pesto (wtf?!), coscette di pollo, patate arrosto, arrosto di agnello e di manzo, crocchette di pesce e dolciumi vari sono più le portate di una mensa aziendale o universitaria (buona eh, per carità, non una mensa inglese, una italiana) che un banchetto da hobbit. Ma che volete che vi dica, se non l'avessi provato mi sarebbe rimasto il mito pantagruelico e non sia mai che io me ne vada da questo paese con qualche "ah, se solo avessi…".


L'organizzazione del set invece è impeccabile. Pullman carichi di trenta persone alla volta partono ogni quarto d'ora. Ogni gruppo ha la sua guida, sul set non si cazzeggia a caso ma si segue una tabella di marcia svizzera, per cui ogni gruppo sosta davanti a un hobbit hole o a un altro punto di interesse, e ci si muove tutti in sincronia a quindici minuti di distanza.

Io questa cosa l'apprezzo tantissimo. Siamo centinaia, ma l'organizzazione del tour è tale che abbiamo il tempo e lo spazio di guardarci intorno per bene e ascoltare gli aneddoti della guida.

Sul set devo dire che sono rimasta a bocca aperta. Non so cosa mi aspettassi in realtà. Anzi, un po' sì, mi aspettavo un'esperienza troppo costosa per quello che poi ti lascia (forse abituata alle attrazioni turistiche inglesi, tutto fumo e niente ciccia), e invece mi sono ricreduta. A parte il minimo inconveniente di avere il sole in testa e tutte le case degli hobbit controluce (che nervi), il giro è piacevole. A ogni hobbit hole ci si ferma e la guida racconta un po' in che scena appare di quale film, e sono contenta di aver rivisto la trilogia abbastanza recentemente da ricordarmi tutto. 

Vediamo la casa di Bilbo e Frodo, e le sedie sulle quali sono seduti a guardare il tramonto (fun fact: in realtà è un'alba filmata al contrario, per esigenze di set, parliamone). Passiamo davanti all'albero sotto il quale Frodo accusa Gandalf di essere in ritardo e questi risponde: "Uno stregone non è mai in ritardo, Frodo Baggins. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo." Avendo ascoltato questa battuta dalla voce di Ian McKellen stesso poco meno di tre mesi fa, un po' mi vengono i brividi.



Vediamo anche il tendone sotto il quale Bilbo pronuncia il suo arzigogolato discorso alla festa di compleanno, poco prima che Merry e Pippin facciano esplodere il drago pirotecnico di Gandalf.


La cosa che mi stupisce di più in assoluto è il livello di dettaglio per cui l'esterno di ogni casa (interni non ce ne sono da visitare, purtroppo) è decorato in base al mestiere dell'hobbit che la abita. Per cui la casa del fornaio, dell'apicoltore e del taglialegna avranno dettagli che ricordano la loro professione sugli stipiti, le cassette della posta, le staccionate...





Sulla trilogia de Lo Hobbit, invece non sono affatto ferrata, avendo visto solo il primo -- ma la scena iniziale me la ricordo bene, quella di Martin Freeman che pensa di essersi svegliato in ritardo, correndo fuori di casa come un forsennato (vi ricorda qualcuno?) rispondendo a chi lo interroga:

I'M GOING ON AN ADVENTURE!


Ed è un po' il mantra di questo viaggio in Nuova Zelanda, anzi, a dirla tutta, è il mantra della prossima decade, quella 2020-2030, visto che la mia precedente avventura si è conclusa abbastanza male e prematuramente.

E dato che vorrei mantenere fede alla parola data, concludo abbastanza in fretta questo post perché anche io sto per partire di nuovo all'avventura, alla volta di Rotorua, dove mi aspetta qualcosa di decisamente nuovo e diverso da quanto visto e provato finora.

I'm going on an adventure!


Nessun commento:

Posta un commento