venerdì 24 gennaio 2020

Searching for Miranda (Coromandel 1/3)

Data la gran pubblicità che la mia ex capa Kath mi ha fatto della penisola di Coromandel, per sicurezza ho prenotato per tre notti a Thames, cittadina che mi servirà da quartier generale per esplorare la vasta, e largamente sterrata, Coromandel.

Oggi è stata una giornata un po' di passaggio, né carne né pesce, nel senso che venivo da due ore di strada sotto la pioggia da Orewa a Thames (dove miracolosamente è rispuntato il sole) e mi sentivo un po' bloccata -- che fare, quando la giornata era ormai a metà (pensava lei, alle undici del mattino...)?

Così mi informo con la curiosa proprietaria del bed&breakfast e mi faccio consigliare dove poter passare il pomeriggio, senza dover guidare fino alla costa. Mi raccomanda la Kauaeranga Valley... un altro parco nazionale.

E vabbé, visto che le prossime tappe del tour saranno molto più strutturate e con molto meno tempo per cazzeggiare sui monti con Annette, seguo il consiglio e mi faccio indicare dalla ranger un paio di camminate sotto i sessanta i minuti (per il semplice motivo che ci sono trenta gradi e non sono in vena di assolarmi nel mezzo del boscoso nulla nei pressi dei coromandelliani Pinnacles). Ne scelgo tre, una camminata fino a un belvedere sul Pinnacle, una fino a una piscina naturale nella quale ragazzini incoscienti si buttano a bomba da altezze sconsiderate, e una fino a una ricostruzione funzionante di una diga ai tempi in cui la penisola era meta ricercata dei cercatori d'oro (concetto su cui è basata l'intera esistenza di Thames, che come città non ha niente, a parte TRE musei sull'estrazione dell'oro).







A parte camminare e ascoltare Stephen Fry, c'è poco da riportare. Verso le quattro e mezza sono un po' punto e a capo. C'è il sole alto, fa ancora caldo, ma so che la mia autonomia è limitata (soprattutto perché stamattina ho guidato due ore, poi ho fatto e avanti indietro su strade di montagna per andare alla valle, e poi camminato), quindi mi lascio tentare da un volantino trovato chissà dove che pubblicizzava le vicine Miranda Hot Springs.



Ok, ci sono tipo trenta gradi. Però sempre di piscine si tratta, e in effetti ponderando sulle mie opzioni non mi viene in mente nient'altro che mi vada di fare. Per cui hot springs siano. Stanno a mezzora di strada, ma qua guidare è letteralmente una passeggiata tra i campi, su strade molto più dritte di quelle a nord di Auckland e meno trafficate.



Anche sulle sorgenti, ben poco da dire. Sto a mollo un'oretta e mezza, sentendomi un po' gallina in brodo, un po' Theodore nel pentolone dei cannibali (quanto poco politicamente corretta è la Chipmunks Adventure a distanza di poco più di trent'anni...), leggendo Big Magic della Liz Gilbert, che è un po' la voce della mia coscienza degli ultimi mesi nonostante la sua americanità (che colpa ne ha lei se è alta, bionda, magra, bella e di successo? Almeno sembra avere il cuore e il cervello al posto giusto).

Prima di ritornare al B&B, visto che sono nei pressi di un altro villaggio, penso che sarebbe carino esplorarlo. Imposto 'Miranda' sul navigatore, e dopo cinque minuti mi segnala che siamo arrivati. Il GPS dev'essersi confuso, perché nel luogo segnalato c'è una strada, un elettrauto e due case. Dato che la strada è unica, non devo fare altro che percorrerla e prima o poi arriverò al villaggio. 

Passati venti minuti, consulto la mappa (eh sì, la mappa in carta e ossa) e mi rendo conto di aver passato Miranda da un pezzo. Inversione e ritorno nei pressi di quello che il GPS si ostina a chiamare Miranda. Niente da fare, Miranda non c'è o non si vuole fare trovare, oppure è tutto qui, non il pittoresco villaggio che ci si aspetta da un nome così shakespeariano.

Finisco a guidare un po' a caso a Thames, nella speranza che improvvisamente si tramuti da bruco a farfalla nell'ora dorata del tramonto, e che in fondo in fondo se uno si ricorda di alzare la testa ogni tanto qualche cosa di bello si trova anche nell'ordinario, nelle zone di passaggio, nel silenzio che regna laddove si udiva il canto delle sirene.



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